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  Sai riconoscere
il passaggio di Gesù nella tua vita?

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La voce del papa

Il riconoscimento riguarda innanzi tutto gli effetti che gli avvenimenti della mia spacervita, le persone che incontro, le parole che ascolto o che leggo producono sulla mia interiorità: una varietà di «desideri, sentimenti, emozioni» (Amoris laetitia, 143) di segno molto diverso: tristezza, oscurità, pienezza, paura, gioia, pace, senso di vuoto, tenerezza, rabbia, speranza, tiepidezza, ecc. Mi sento attirato o spinto in una pluralità di direzioni, senza che nessuna mi appaia come quella chiaramente da imboccare; è il momento degli alti e dei bassi e in alcuni casi di una e vera e propria lotta interiore. Riconoscere richiede di far affiorare questa ricchezza emotiva e nominare queste passioni senza giudicarle. Richiede anche di cogliere il “gusto” che lasciano, cioè la consonanza o dissonanza fra ciò che sperimento e ciò che c’è di più profondo in me.

 

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Dal cuore di Madre Elvira

Dio ci ha creati senza di noi, ma non ci salva senza di noi, senza il nostro consenso, perché noi siamo liberi e intelligenti, siamo in grado di capire e di volere. Dobbiamo allora dire “sì” alla chiamata alla salvezza. Ci sono sempre due possibilità davanti a noi: essere buoni, onesti, liberi, oppure fare il male, essere cattivi, disonesti, arrabbiati... La libertà, Dio ce l’ha data per saper riconoscere il bene e per farlo, e quando per sbaglio facciamo il male, dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo a noi stessi e agli altri. Tutti abbiamo la possibilità di vivere nella verità, nella libertà, nella luce, perché Dio ci ha resi capaci di conoscere Lui, di dialogare con Lui, di vivere nella sua strada.

APRIAMO LA PORTA DEL NOSTRO CUORE A GESU'

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Testimonianza
missionaria

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  In questi giorni abbiamo vissuto una forte esperienza di Dio: pochi giorni fa abbiamo visto arrivare da noi tanti poveri, donne gravide, bambini e anziani. In loro ci colpivano gli occhi grandi, il silenzio e il sorriso nell’osservare i bambini della Comunitá e noi, mentre danzavamo per loro. Quel giorno più di un bimbo nel rosario della mattina, ha chiesto a Gesú lo zucchero che mancava già da un po’. Fra i poveri che sono arrivati nel pomeriggio, é arrivata una vecchietta con una borsa in mano, ce l’ha data con semplicitá, tutti pensavamo che fosse farina di manjoca, che è il loro cibo quotidiano ma... era ZUCCHERO! Tre chili di zucchero! Irmã Maria piangeva di commozione e i bambini continuavano a ringraziare stupiti e danzavano pieni di gioia.
Gioacchino
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Preghiamo il Santo Rosario per i giovani dell'Europa

 
 

Canto di preghiera dell'Europa - How great is our God

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