Sean

 

SeanVengo dall’Irlanda, mi chiamo Sean e ho vent’anni. Sono cresciuto in una famiglia onesta, i miei genitori hanno sempre fatto di tutto per me. Lavoravano molto per non farmi mancare niente. A scuola ho sempre faticato e così ho iniziato a saltare le lezioni e a frequentare le prime amicizie sbagliate, con ragazzi più grandi di me. Con loro ho iniziato prima a rubare e poi, piano piano, a perdermi alla ricerca della felicità su tante strade sbagliate. All’età di tredici anni ho incominciato a usare  le sostanze e a scegliere il male: in me aumentava un materialismo che mi ossessionava. Non mi accontentavo mai di quello che avevo, cercando sempre le cose più costose e appariscenti, e curandomi solo della mia apparenza. Ho sempre nascosto e camuffato tutto quello che vivevo indossando tante “maschere”, al punto di arrivare a non sapere più chi ero. I miei genitori hanno capito che qualcosa non andava e hanno iniziato a farsi delle domande sul mio stile di vita. Hanno sempre cercato di aiutarmi, ma io non volevo ascoltare e ammettere di avere un problema, fino al punto in cui ho davvero toccato il fondo, stufo di tutto quello che mi ero creato attorno. Ho iniziato a sperare in qualcosa di meglio e di diverso, sentivo dentro di me che qualcosa doveva cambiare

Così ho chiesto aiuto e lì, per la prima volta, ho conosciuto la Comunità Cenacolo. Dopo aver vissuto alcune giornate comunitarie “di prova”, ho sentito nel cuore tutto l’amore che i ragazzi mi hanno trasmesso. Ho sempre giocato a calcio e sognavo di diventare un calciatore di alto livello, però questo sogno non era realizzabile e così ho perso la voglia di giocare e di fare sport. Non avevo motivazione e non credevo più in me stesso, ma la Comunità mi ha aiutato e continua a farlo. Ho incominciato a credere in me stesso e a “spingermi” al massimo delle mie capacità per vedere che posso dare il meglio di me nel bene. Ho fatto molta fatica all’inizio del mio cammino, perché quando pregavo guardando l’Eucaristia mi venivano in mente sempre molti ricordi negativi del mio passato. Ho scoperto che potevo pregare in un altro modo, e così ho cominciato a cantare e poi a suonar  la chitarra. Mi sentivo a mio agio e cominciavo a pregare e lodare il Signore in questo modo. Adesso per me la musica è una passione: Dio mi ha fatto scoprire un dono che non pensavo di avere. Oggi posso trasmettere tutto quello che ho imparato agli altri, e mi dà tanta gioia perché posso donarmi ai miei fratelli nelle piccole cose. 

Durante il mio cammino i miei genitori hanno divorziato ed ho molto sofferto per questo. Ma in tanti mi sono stati accanto e mi hanno aiutato a tenere alta la testa e ad andare avanti. Volevo risorgere evitando la morte, ma dovevo prima soffrire. In Comunità mi ha colpito molto la verità: per la prima volta ho imparato ad essere onesto e sincero con me stesso e con gli altri. Sento di aver finalmente trovato un posto dove ovunque vado sono libero e mi sento a casa. Non ho più paura di essere me stesso e voglio vivere come Dio mi ha creato. Ho imparato che dopo ogni caduta posso rialzarmi, anche se a volte con le lacrime agli occhi: ma so che poi diventano amore, gioia e misericordia. Voglio vivere tutto quello che mi propone il Signore abbandonandomi nelle Sue mani. Sono molto felice anche perché sto imparando a lavorare con dignità e con le mie mani, che sono la prima Provvidenza di Dio.

Oggi vivo nella fraternità “Casa Nazaret” a Loreto e sono molto entusiasta che la Madonna mi abbia chiamato qua, in questo luogo benedetto dalla Santa Casa. Ho il dono di poter vivere accanto a una famiglia della nostra Comunità e di poter vedere i veri valori di una famiglia cristiana: questo è molto importante per me e mi dà tanta gioia al cuore. Voglio ringraziare tutti perché mi sento veramente amato, come un figlio risorto.