Suor Branka


Ero disperata e malata, sulle spalle portavo la dipendenza dall’alcool ed anche una forte depressione. Ho vissuto i tempi della guerra nella Bosnia-Herzegovina e mi ricordo che parlare di Gesù nella vita pubblica comportava delle pesanti conseguenze, a causa del comunismo, ma grazie a mia nonna e ai miei genitori, alla loro perseveranza nella fede e al loro coraggio ho portato sempre nel cuore l’amore per la preghiera. Sono entrata in Comunità grazie all’aiuto di un angelo, Padre Slavko di Medjugorje. Sono arrivata in Italia, distrutta nel fisico, nella psiche e anche nel cuore: fiducia, speranza e volontà non sapevo  cosa fossero.

Sono guarita pian piano, davanti al Santissimo Sacramento, attraverso la pazienza e l’amore delle sorelle della Comunità, nelle quali, giorno dopo giorno, ho riconosciuto il vero volto di Gesù. Tutti i giorni andavo in cappella davanti a Gesù Eucarestia per due ore e parlavo con Lui di tutto quello che vivevo, perché con gli altri il dialogo era quasi impossibile. A causa delle mie profonde ferite, non avevo fiducia in niente e nessuno. Gesù mi anche aiutato mettendo sulla mia strada un dottore, che mi ha capita e aiutata con il dialogo e somministrando le giuste medicine.

Un grandissimo grazie a Madre Elvira che ha creduto in me, sperando nella mia guarigione, contro ogni speranza, è stata questa fiducia, che mi ha dato la forza di combattere. Camminando e pregando è guarito il mio sistema nervoso e sono diventata una persona che trasmette pace, come dicono quelli che vivono con me. Questo è un miracolo che Gesù solo ha operato. Poi ad un certo punto del mio cammino comunitario Lui mi ha scelta per seguirlo come sua sposa e oggi sono stra-felice. Tanti anni vissuti nel buio, nelle lotta, nella sofferenza mi hanno portato a fare una scoperta preziosa, che desidero condividere a tutti voi: la preghiera per gli altri. Questa è una preghiera che libera soprattutto chi la fa, libera dall’egoismo, dall’indifferenza, dalla tristezza, aiuta a dimenticare noi stessi e a vedere i bisogni di chi ci sta attorno. Ci aiuta a spaziare in campi ampi, in cieli aperti, ci aiuta a guardare e a “prendere il largo”. Per questo, Signore Gesù, ti affido tutta l’umanità e in modo particolare quelli che leggeranno questa testimonianza, che è frutto del tuo grande Amore.