BENVENUTO MONSIGNOR BODO

Bodo3Cerimonia di Ordinazione Episcopale di Ser. Mons.Cristiano Bodo
"CARITAS NUMQUAM EXCIDIT"
LA CARITA' NON AVRA' MAI FINE

2 aprile 2017 Saluzzo

È con il cuore gonfio di gratitudine che rendiamo grazie a Dio per il dono dell'arrivo in diocesi del nostro nuovo Vescovo Cristiano Bodo, il Vescovo "più giovane" d'Italia, che ha scelto come motto episcopale la frase dell'Inno alla Carità di San Paolo "La Carità non avrà mai fine".

Sotto la "benedizione" della pioggia, nel pomeriggio di domenica 2 aprile, ha fatto l'ingresso nella "sua" Cattedrale, il Duomo di Saluzzo, gremito all'inverosimile per accogliere il suo nuovo Pastore!

Le sue prime parole di saluto per "la città di Saluzzo, che da oggi è  anche la mia Saluzzo" hanno aperto e toccato il cuore di tutti i saluzzesi. Poi il "saluto i giovani, le famiglie gli ammalati", prima di varcare la soglia del Duomo seguito da un lungo e caloroso applauso. All'ingresso in Duomo nell'attraversare la navata centrale si è fermato a salutare i suoi numerosi amici e fedeli arrivati da Vercelli, e i tanti saluzzesi desiderosi di conoscerlo.

bodo 1Dopo un tenero bacio dato alla sua commossa madre, e poi è ufficialmente iniziata la celebrazione Eucaristica, con la lettura della bolla papale con la nomina e il mandato, seguito dal passaggio del pastorale che dalle mani di Mons. Guerrini è stato consegnato a lui come nuovo Vescovo di Saluzzo. E' la fede che cammina da persona a persona, da testimone a testimone!

La Parola di Dio del giorno, con il Vangelo della risurrezione di Lazzaro, ed il gesto di Gesù verso le sorelle Marta e Maria, sono state fonte d'ispirazione per il nuovo Vescovo per tratteggiare le modalità con cui desidera entrare nella nuova famiglia diocesana: accoglienza, incontro, dialogo e comunione!

Grazie Signore per la comunione, il bene e l'amore filiale che già sentiamo per il nostro nuovo Vescovo Cristiano!

 

Omelia del giorno di inizio del ministero episcopale di Monsignor Bodo "Sale e Luce del mondo"

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Carisimi,

avverto subito il bisogno interiore di sdebitarmi con tutti voi. So che l'attesa del un nuovo Vescovo è stata accompagnata da molte preghiere personali e comunitarie. Ve ne sono profondamente grato. Oggi, le nostre strade, per volontà di Dio, si incrociano: le vostre attese, i vostri problemi impasteranno il "pane quotidiano" della mia preghiera e del mio agire, e del ministero del vostro nuovo Vescovo. La scelta di mettere l'amore al centro della nostra attenzione sarà la via più efficace per continuare a costruire un futuro nuovo per noi e per tutti.   È quello che siamo chiamati a vivere e portare come cristiani nella vita del mondo, a partire dalla nostra stessa vita. Per questo ho voluto esprimere questa certezza e questo impegno scegliendo come motto del mio stemma: "CARITAS NUNQUAM EXICIDIT". La carità non avrà mai fine (1cor,13,8).
Si, carissimi, abbiamo la responsabilità di comunicare che Dio è amore. L'amore è la via che più di ogni altra avvicina a Dio, anche perchè è la stessa via attraverso la quale Dio è sceso fino a noi. La fede cristiana, non è una semplice adesione ad una verità astratta, ma una risposta appassionata dell'uomo all'amore di Dio. Il vostro Vescovo può affermare che la sua vita, la sua vocazione di cristiano,di sacerdote,di Vescovo, è un dono di amore ricevuto che a sua volta deve essere ridonato. Per questo invito tutti voia scoprire di essere stati a vostra volta frutto dell'amore di Dio. È urgente, oggi, riproporre il primato dell'amore di Dio per l'uomo. L'amore evangelico è una "risorsa" indispensabile, è il "tesoro" che il mondo rischia di ignorare e di perdere. Ecco perchè l'impegno dei cristiani è rispondere all'invito di Gesù ad essere "sale e luce del mondo". La via dell'amore non è solo la via per una nuova evangelizzazione ma è indispensabile per un nuovo umanesimo.
Anche la Parola di Dio di questa domenica, V di Quaresima, ci parla di Cristo come sorgente di vita e di amore di fronte alla morte dell'amico Lazzaro.Nessuna esperienza e così universale come il morire. È questo che accade a Betania, la casa dell'amicizia, come la definiva il beato Paolo VI, in un'atmosfera di lutto e di pianto di Marta e di Maria.
L'evangelista Giovanni ci descrive quattro dialoghi che fanno luce sul volto di Gesù di fronte alla morte.

Il primo dialogo si snoda con i discepoli, i quali non danno l'impressione di capire il Maestro. Non percepiscono il mistero e scrollano il capo quando Gesù parla della morte come sonno. Per l'uomo la morte è solo morte. Ma Gesù di fronte alla morte dell'amico Lazzaro si rivela sorgente di vita eterna per tutti coloro che crederanno in lui.

Il secondo dialogo è quello di Gesù con Marta. Questa è la punta più alta del racconto. Gesù si presenta come la "risurezione e la vita"; e l'uomo, ogni uomo e ogni donna, attraverso la fede in lui non morirà in eterno. Questa è la certezza che Cristo chiede e sollecita a Marta.

Il terzo dialogo si snoda invece con Maria. Il tono è intriso di commozione. Gesù fa chiamare di nascosto Maria: le vuole parlare. A differenza dell'incontro con Marta, quello con Maria è senza parole, si pone solo a livello di sentimenti: al dolore cupo di Maria e al suo gesto implorante Gesù "si commosse profondamente, si turbò, e scoppiò in pianto". Gesù entra così in sintonia profonda con il dolore umano. Il suo amore incontra il dolore che dona la vita.

Il quarto dialogo è quello di Gesù con Lazzaro. Gesù grida a gran voce: "Lazzaro vieni fuori". È un grido solenne, imperativo, esprime il potere di Gesù sulla morte. Di fronte alla morte Gesù vince con la Risurrezione. L'ultima parola autorevole è sua. Il ritorno alla vita di Lazzaro è segno di vittoria sulla morte: "chi crede in me anche se muore vivrà".

Quale cammino pre-pasquale, alla luce di questo straordinario Vangelo di Giovanni, illumina il nostro andare verso la Pasqua?

Propongo quattro parole, che vogliono essere atteggiamenti fondamentali all'inizio del mio ministero: ascoltare, incontrare, conoscere, vivere in comunione.

Ascoltare:
mettermi in ascolto di ogni persona, incominciando da Voi sacerdoti che mi siete stati affidati e che condividete con me il ministero pastorale.

Incontrare ogni realtà presente sul territorio saluzzese per condividerne i progetti, le ansie e le prospettive future.

Conoscere le diversi situazioni presenti che ogni persona vive nell'intimità del suo cuore, così da poter dare risposte di speranza.

Vivere in comunione:
si tratta di trovare linguaggi per comprendersi, accordare note capaci di unire, organizzare cammini da condividere insieme; anche se può sembrare un'utopia, sappiamo che può succedere...basta un granello di fede!

Carissimi, pregate per me e con me: l'anello episcopale che ho ri cevuto all'Ordinazione sia segno della fedeltà e dell'amore a questa nostra  Chiesa, sposa di Cristo, e il pastorale tra le mie mani mi ricordi sempre la missione di pastore che deve sempre amare. Questo è il vero legame con ciascuno di voi.

Maria la dolce Madre, Assunta alla gloria del cielo, con l'intercessione di San Chiaffredo e del beato Giovenale Ancina, ci possa guidare e sostenere nel cammino che oggi inizia per proclamare con gioiosa fermezza la nostra fede.
 
                                                                                                + Cristiano  
                                                                                                  Vescovo

 

 

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