Santa Giovanna Antida Thouret

Giovanna Antida nasce il 27 novembre del 1765 presso le rive del torrente Baume, in Franca Contea.
La famiglia vive serena tra il lavoro dei campi e il commercio di pelli e tra impegni sociali e politici. Non si minimizzano le sofferenze per la difficile convivenza con una zia e per la precaria salute della mamma, la quale pur essendo stata devotamente assistita dalla figlia, muore ancora giovane.
La conduzione familiare, per volere del padre, passa nelle mani di Giovanna Antida che è affiancatala da una giovane inserviente, purtroppo rivelatasi ben presto corrotta.
Le giornate in casa Thouret si svolgono nella laboriosità, nella semplicità, nell'accoglienza.
La sua salute precaria non ammette ritardi o riposi nei confronti della famiglia e di tutti quelli che ricorrono a lei. Il suo tratto serio e dolce, è compenetrato di saggezza, di compassione, di gentilezza, di nobiltà d'animo.

Don Lambert, il suo parroco, non esita ad affidarle la responsabilità della scuola di catechismo perché non gli è sfuggito l'atteggiamento amorevole nei confronti dei poveri.
Ad un certo punto, Giovanna Antida, si pone il problema del suo futuro e, pur avvertendo una forte attrattiva per la vita di clausura , comincia a chiedersi se la sua missione fosse la cura e l'assistenza dei malati. Il padre vi si oppone con tutte le forze e le prospetta una bella opportunità matrimoniale con presentazione del benestante futuro sposo.
La preghiera a Dio, il dialogo con il padre l'aiutano nel discernimento e nella scelta. Allontanata l'idea del Carmelo.

Nel 1787, Giovanna Antida, presso l'ospedale di San Lorenzo muove i primi passi nella vita religiosa tra le Figlie della Carità. Dopo tre mesi di Postulato raggiunge Parigi per iniziare il tempo del "seminario"-noviziato nella casa madre.

Nel 1789 in Francia scoppia la Rivoluzione. I religiosi che non aderiscono ai suoi principi vengono vengono deportati, perseguitati con la violenza e martirizzati
Inizia un periodo molto difficile. Anche Giovanna Antida verrà tramortita con il calcio del fucile da un soldato. L'alternativa può essere la clandestinità nei piccoli centri o nella fitta vegetazione delle foreste o nel cavo delle grotte, dove porta soccorso ai sacerdoti nascosti, rischiando la propria vita.

Incomincia la soppressione delle famiglie religiose. Anche le Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli devono sciogliersi. E' l'ottobre del 1793. Giovanna Antida, trova scampo a Besançon, ospite di una cara amica. Qui si dedica all'assistenza dei malati e a quei sacerdoti che per la loro fedeltà al Papa sono stati incarcerati . L'impegno parrocchiale, la cura di malati, di bambini, di poveri, l'attivazione di una piccola scuola.

Giovanna Antida riesce a sottrarsi alle persecuzioni della polizia e pensa di raggiungere la sorella, Giovanna Barbara, presso una comunità religiosa itinerante, detta dei Solitari.

Purtroppo lo stile di vita e i criteri poco evangelici adottati da una Religiosa responsabile e da alcuni Religiosi non sembrano rispondere ai dettami della coscienza di Giovanna Antida che, dopo lungo e sofferto riflettere e peregrinare lascia la comunità.

Per quasi due anni vagherà, da straniera, alla ricerca della Volontà di Dio in mezzo all'indigenza, ai pericoli, alle umiliazioni, fino a quando a Landeron, a qualche chilometro dalla frontiera francese, sembra che Dio si riveli con più chiarezza: alcuni preti francesi le chiedono di occuparsi, nella loro Diocesi, dei bambini e degli ammalati.

"Prendete con voi altre giovani e le formerete come siete stata formata voi stessa, poi fonderete a Besançon un Istituto per l'istruzione della gioventù e per l'assistenza dei malati poveri"…Dio parla per mezzo dei Superiori, ed io mi trovo ad essere il vostro. Pertanto vi comando di rientrare in Francia entro quindici giorni, per aiutarci a ristabilire nella nostra diocesi la fede e i buoni costumi.
Ritenendo di dover obbedire, perché è Dio che si manifesta, Giovanna Antida, si mette all'opera, sia pure per breve tempo,fanno seguito le giornate del "Secondo Terrore" piene di violenze e di soprusi.
Minacce e intimazioni non la scoraggiano mentre porta avanti il suo lavoro.
Ottiene un certificato di Libera cittadinanza ed è richiamata e incoraggiata dai Vicari di Besançon, Giovanna Antida tenta di avviare una nuova scuola libera, gratuita e cattolica,  assieme al alcune compagne che si sono unite a lei.

L'11 aprile 1799 è la data della prima pietra della sua fondazione che diventerà, nel tempo, la Congregazione delle Suore della Carità,  a Besançon. La sua opera viene apprezzata dalle autorità civili che le chiedono di occuparsi anche di una prigione di Besançon dalla triste reputazione, una "anticamera dell'inferno", dove abitano alienati, prostitute, ladri, bambini abbandonati.

In questo luogo, la Fondatrice, esprimerà tutto il suo talento di educatrice a servizio dei prigionieri, procurando loro non solo di che nutrirsi, ma organizzando anche il lavoro, con la possibilità di riscuotere un salario, al fine di far ritrovare la dignità di uomini e di donne e di esprimere la propria fede attraverso la preghiera,  l'altruismo.

Il 3 ottobre 1810 il primo gruppo di giovani e Giovanna Antida stessa si preparano per il loro atto di consacrazione a Dio.
La famiglia delle giovani si allarga e anche le fondazioni aumentano.
Nel 1810, dopo l'approvazione giuridica degli statuti delle Suore della carità, firmata dall'Imperatore, l'Imperatrice propone l'insediamento di una fondazione nel regno di Napoli, richiesta veramente sorprendente per quel tempo.

A Napoli Giovanna Antida trova una città dal volto contraddittorio nella città i ricchi occupano gli appartamenti in alto nelle case e i poveri si ammassano nelle zone basse, tanto che queste due classi sociali si incontrano a fatica. La disparità sociale si nota in ogni più piccola azione.

Per esempio, i poveri non possono entrare nei conventi, essi suonano, le Suore li ricevono alla porta e consegnano alimenti e vestiti. Le "Monache", che affollano i Monasteri, non escono mai per le strade.

Giovanna Antida comincia subito a conoscere questa cultura così diversa dalla propria, e trova, a modo suo, il sistema per trasformarla. Apre una scuola e, senza unire subito bambini poveri e ricchi, mette le classi di fianco l' una all'altra. I bambini sono dunque invitati a parlarsi, a guardarsi, a conoscersi, a stare insieme.
Apre pure una farmacia nel cuore del monastero di Regina Coeli dove ha preso dimora e i poveri sono invitati ad attraversare la casa per andare a prendere i medicinali…sono a casa loro ! Le Suore non esitano ad uscire dalla loro casa per andare a visitare i poveri nelle loro abitazioni. Sono le Suore a fare il primo passo senza costringere i poveri a elemosinare il loro amore ed il loro aiuto.

Fin dall'inizio, con l'arrivo di numerose giovani, Giovanna Antida aveva scritto in Francia una Regola di Vita che aveva mediato dall'esperienza vissuta tra le Figlie della carità, dal Vangelo della Carità, ispirandosi al suo modello e protettore, San Vincenzo de' Paoli.
Il riconoscimento pontificio avverrà nel 1819 ad opera del Papa Pio VII, il quale darà all'Istituto il nome di "Figlie della Carità sotto la protezione di San Vincenzo de' Paoli".
Piena di gioia per un tale dono Giovanna Antida comunica la notizia alle sue Figlie francesi.
Nel giugno del 1821 riesce a tornare in Francia, ma ella viene interdetta di avvicinarsi. A Besançon la situazione è molto cambiata, alcuni sacerdoti e il Vescovo non accettano l'approvazione dell'Istituto e delle Regole da parte del Papa ed impediscono alle suore di riconoscere la stessa Giovanna Antida come Madre Generale.

La sofferenza è grande. Giovanna Antida non ottiene nulla dopo vari tentativi di dialogo di appuntamenti, di incontri anche con il nuovo Vescovo di Besançon.
Nell'estate del 1823, lasciata Parigi, dopo essere stata rifiutata, confidando in "Dio solo"prende la via del ritorno a Napoli.

Le rimarranno solo tre anni di vita, spesi nel lavoro apostolico senza mai lasciarsi sfuggire sentimenti di ribellione per l'ingiustizia che subisce, anzi, rallegrandosi per la fedeltà delle suore della Savoia e di Vercelli, perdonando i suoi nemici e pregando per tutte le sue Figlie, quelle vicine, quelle lontane, quelle future.

La Madre Giovanna Antida non ha mai accettato come situazione normale e definitiva questa separazione "imposta". Vi si era rassegnata come a un male che doveva subire, aspettando "l'ora dell'onnipotenza di Dio", sicura che "quell' ora, presto o tardi, sarebbe arrivata"
Il 18 Agosto 1826 è colpita da emorragia cerebrale. La sera del 24 agosto lascia questa terra per il cielo.
Il 16 luglio del 1900 viene introdotta la Causa di Beatificazione. Il riconoscimento dell'eroicità delle sue virtù ci sarà il 9 luglio 1922 e la proclamazione a Beata avverrà il 23 maggio 1926. Il 14 gennaio 1934 la Chiesa, il papa Pio XI, riconosce la sua grandezza umana e spirituale e la proclama Santa.

La storia del processo dell'unione del ramo francese con quello italiano della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, sarà lunga, laboriosa e delicata. La Madre avrà gioito in cielo della ritrovata unità delle sue figlie, avvenuta, dopo centotrent'anni, nell'estate del 1957, quando si sono incontrate a Sancey, provenienti da ogni luogo del mondo dove erano sparse.