Dal Cuore della Comunità

Quand’è che sei sicuro che sarai una persona realizzata?
Quando di fronte alle difficoltà non metti in discussione la tua scelta, il tuo sì iniziale.
Anche se all’inizio ci vuole la lotta della conquista della gioia passando per la Croce,
qualsiasi siano le cose fuori o dentro di te, tu vai avanti!

Altrimenti basta un soffio e siamo sempre in crisi, titubanti, inconsistenti.
Guardate che il mondo non ha bisogno di gente inconsistente che ha paura di una scelta, ma di credenti solidi, radicati!
Madre Elvira

 

 

 lorenza

Lorenza

Vivere bene gioie e dolori

Ringrazio il Signore perché attraverso Madre Elvira e la Comunità, mi ha mostrato che il mio cuore triste e vuoto chiedeva un “di più”. Son riuscita a trovare questo “di più”, sentendo di nuovo la speranza in me, riacquistando pian piano la fiducia in me stessa e volendo vivere bene la vita, fondandola sui buoni valori.

Il miracolo più grande che Gesù Risorto ha fatto in me è quello che non voglio più tenere tutto questo per me, ma sento che ho tanto, tutto da ridare. Tante volte ho ancora paura della croce, della sofferenza, ma mentre la vivo, so che comunque c’è la Risurrezione! E quando questa tribolazione è passata e mi guardo indietro, ringrazio perché posso vedere i frutti di quello che ho vissuto.

Oggi sono felice del “sì” che ogni giorno voglio vivere. Quando, qualche anno fa, ho sentito la chiamata alla vita consacrata, mi dicevo: “Suora, io?” Ma non sarò mai “capace!”

Vedo invece che Gesù non vuole che io sia perfetta o che faccia chissà cosa; anzi, mi chiede semplicemente di vivere bene quello che c’è da vivere: gioie o dolori e di imparare una qualità d’amore autentica nelle cose piccole quotidiane.

Grazie, Madre Elvira, perché nel tuo amore sento la fiducia che Dio ha in me!

 

 john paul

John Paul

I bambini mi insegnano a portare la croce

Quando ho scelto di continuare il mio cammino comunitario in missione, mi sono reso conto di quanta paura avessi ancora di affidarmi a Dio nei momenti difficili della vita e di ascoltare quello che Lui aveva seminato nel mio cuore. Abbandonare i miei progetti ed obbiettivi per il futuro, per donare quel di più non è stata una scelta così facile per me; però, quando in preghiera, chiedevo a Dio di guidare le mie scelte, sentivo che c’era qualcosa di più ancora da scoprire e comprendere di questo cammino.

Sentivo che Dio aveva fatto nascere dentro di me il desiderio della missione, così, quando mi è stato proposto di partire per la Liberia, sentivo che non potevo rifiutare.

Adesso che ho trascorso quasi un anno in Africa, vedo che questa paura di affidarmi e di ascoltare la voce di Dio è una paura che devo superare ogni giorno, specialmente nei momenti di difficoltà e di dubbio. Tante volte sento che è più facile rimanere nella mia sofferenza, invece di superarmi e confidare nella Provvidenza di Dio.

In Liberia, la vita con i bambini è sempre una sfida difficile che mi spinge a prendere una decisione in ogni diversa situazione e questo mi fa soffrire e sentire molto piccolo, perché non sempre compio la scelta giusta.

In certi momenti, quando percepisco le sofferenze e le croci che hanno qui i nostri bambini, vorrei essere capace di donargli quella sicurezza e quelle risposte di cui hanno bisogno, ma che io non posso dargli. In tutto ciò mi riconosco piccolo ed impotente, ma devo accettare che questa è la realtà della loro vita in Liberia.

Ogni bambino, come me, ha la sua croce e quello che posso fare per loro è stargli vicino come zio e amico, ma per il resto devo confidare in Dio.

Son consapevole che tutto quello che Dio mi sta donando ed insegnando ogni giorno è per ridonarlo a chi è attorno a me. Tanto volte, quando vivo un momento di gioia nel gioco con i bambini, vivo anch’io il loro ottimismo e la loro innocenza.

Avverto chiaramente la forza e la protezione che Dio ha su di noi e in questi momenti penso: “come posso avere queste paure per la mia vita, se questi bambini, nonostante tutto quello che vivono, vanno avanti con cosi tanta gioia?"

Questi piccoli mi insegnano tanto sul come andare “oltre la croce” perché sanno che Dio ci farà risorgere e provvederà a tutto: non possiedono nulla eppure riescono a trasmetterci la gioia e la forza di vedere il positivo nella nostra vita.

Io sono cosi fortunato e devo essere grato per tutto ciò che ho, perché solo cosi sarò capace di superare i momenti di difficoltà che incontro nella mia vita.

 dominellis

Luciana e Michele

Piccole risurrezioni quotidiane

“Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele nella gioia e nel dolore…” Abbiamo pronunciato queste parole nel rito del nostro matrimonio, consapevoli che solo con la Sua Grazia, ci saremmo riusciti, un giorno alla volta, per tutta la vita. Nella nostra storia di coppia, la Grazia di Cristo si è incarnata nell’esperienza che è solo percorrendo la via della Croce possiamo risorgere. Quando rifiutiamo la sofferenza, non solo non accogliamo la croce che siamo per noi stessi, ma come coppia, rischiamo anche di “caricarla” sulle spalle dell’altro. Essendo sposi, inoltre, spesso siamo chiamati a condividere uno stesso dolore oppure soffrire perché l’altro è in croce. La nostra umanità povera ci porta a comportarci come il soldato o Ponzio Pilato, mentre la Grazia del sacramento, ci trasforma nel Cireneo o nella Veronica, rendendoci capaci di donare all’altro un gesto d’amore che non lo faccia sentire solo. In tanti momenti, invece, resta solo un silenzio fatto di preghiera e di fiducia, quello di Maria fedele sotto la Croce, salda nella speranza della Risurrezione. Le chiediamo sempre aiuto nei nostri momenti di difficoltà, così come la ringraziamo per tutte le piccole risurrezioni che viviamo quotidianamente. Spesso ci ricordiamo l’uno con l’altra le gioie e i dolori vissuti insieme e ogni volta ci stupiamo perchè, come dice Madre Elvira, se siamo qui, se siamo sposi e ora anche genitori, è perché è avvenuto qualcosa di grandioso: Gesù è risuscitato!

Michele e Luciana

 

sara messico

 

Sara

La forza di risorgere

La Risurrezione era “un concetto” molto lontano e astratto per me, ma lentamente, attraverso delle situazioni concrete, ho imparato la profondità di questo mistero.

Anche nella realtà che vivo ogni giorno: la gioia dopo un lavoro portato a termine, l’interminabile lista di provvidenza che ho visto arrivare, il perdono ricevuto e donato… fino ad oggi in missione.

Da quasi un anno vivo nella missione del Messico e, specialmente all’inizio, piu volte, mi sono trovata a portare piccole e grandi croci: in questi casi mi ritornavano spesso le parole del Vangelo “Venite a me e troverete ristoro” o “Con me il vostro giogo sara piu leggero”.

Era per me difficile capire e accettare che in Messico avrei incontraro “povertà di forme diverse”, dalle materiali ma anche alle culturali e spirituali che, paragonate al modello europeo a cui ero abituata, mi destabilizzavano e a volte bloccavano.

Oggi riscopro grazie ai bambini a me affidati il voler “rispolverare” i valori principali e concreti della vita cristiana. C’è una parola che usiamo spesso “Compartir” che significa condividere, dividere.

Associo tanto questa parola alla via della mia resurrezione personale: ho sperimentato che dividere e condividere, mi fa superare le difficoltà ed essere più libera. Dividere con chi non ha, insegna ad essere più attenti, più buoni, più cristiani.

A volte i pensieri, le situazioni mi portano a perdere il sorriso… poi, nei momenti di preghiera, davanti all’Eucarestia, trovo la forza di affrontare, ricominciare, di rimettermi in piedi…di RISORGERE!!  E appena il sorriso mi ritorna, i bambini sono i primi ad accorgersene e con il loro commenti “come sei bella Tia quando sorridi” o “mi piace il tuo sorriso Tia” mi fanno capire come il viso cambia dopo la lotta e che la risurrezione è ogni giorno.

   
christine

 

Christine

Mi chiamo Christine, vengo dal Canada, e ho 27 anni.

Da  qualche mese mi trovo qui in Liberia, in Africa a servire. Non è stato semplice per me maturare questa scelta a causa di tante paure ed insicurezze che sono nate dentro di me, da quando ho pensato di seguire Gesu, accogliendo e rispondendo alla chiamata missionaria.

Riguardando il mio passato, ciò che mi ha condotta in Comunità, è davvero un miracolo. Ciò che più mi ha colpita degli insegnamenti di Madre Elvira è che “nessuno deve più pagare per la vita che ho vissuto e per le mie scelte sbagliate”.

In passato ho sempre preso, fatto quello che volevo, facendo soffrire tanto la mia famiglia e le persone che mi volevano bene. Mi sono trovata, sin da una giovanissima età, sulla strada sbagliata e sono caduta per tanti anni nella disperazione della droga.

Crescendo cosi, non sapevo soffrire, non sapevo portare la croce. Mai sono riuscita a stare vicino alla mia famiglia, o a coloro che provavano a dirmi la verita. Provavo così tanta solitudine e tristezza, da non saper più come fare per vivere: scappavo sempre, rifugiandomi in cià che mi portava sempre più nel buio delle tenebre. Non amavo la mia vita.

Con il cammino comunitario, ho scoperto la bellezza del portare la mia croce con Gesù:  il soffrire ed il sacrificio con Lui possono essere anche positivi e costruttivi, perché che mi fanno crescere ed affrontare le difficoltà, senza scappare e senza paura!

Piano piano mi sono sentita risorta! Finalmente potevo vivere nella verità, e adesso so che c’è Gesù sempre accanto a me, che mi aiuta a superare le tentazioni, le difficoltà, i momenti dolorosi. Non mi sento più sola.

Adesso sento che è giunto il mio momento, che posso ridonare la luce e la speranza che io ho ricevuto agli altri. Posso testimoniare che è possibile guarire,  prendere propria la croce e portarla con gioia, sapendo che in ogni tribolazione, Gesù è sempre accanto a me.

Per riconquistare ciò che ho perso in passato e rimediare alle scelte sbagliate, voglio donare la mia vita, seguendo la Sua chiamata che per me si concretizza nel servizio missionario.

Quando guardo i bambini più feriti, che hanno perso la mamma ed il papa, che non hanno nessuno, sento nel cuore un forte desiderio di aiutarli, mostrandogli che è possibile trovare la gioia, la risurrezione, portando la croce, camminando e pregando con Gesù.

Anche se non è sempre facile amare, servire e donare, voglio assolutamente dar loro una scintilla di quella luce di Risurrezione che io ho trovato nel corso del cammino comunitario.

Desidero rimanere fedele ai valori che ho imparato in Comunità, sia per me stessa che per questi bambini: solo offrendo tutto a Gesù in preghiera, posso affrontare, condividere, non scappare più davanti ad una difficoltà. In missione ci troviamo ad affrontare di tutto ed io voglio essere una luce, e scegliere di vivere la Risurrezione nella quotidianità, non più solo per me stessa. Ora ho fiducia in Gesù, e sono molto contenta per  la strada che Lui ha scelto per me perché posso donare la vita come missionaria. Ringrazio tanto Madre Elvira che mi ha fatto incontrare la vita vera e perchè oggi mi sento risorta!