Nasce a Benevento il 25 Luglio 1880. A 23 anni, dopo la laurea, inizia la carriera del medico e di apostolo della fede, unendo la scienza ad una fede operosa di chi capisce che al di là delle formule biochimiche esiste la mano della Divina Provvidenza.

La sua giornata è piena di lavoro e di corse tra gli ammalati, ma Giuseppe ha sempre sorrisi da donare a tutti. Lo spirito è forte ma la carne è debole ed è così che muore consumato dall'amore, ad appena 47 anni, il 12 Aprile 1927.

Con lui si manifestò appieno quella umanizzazione della medicina che, proprio negli anni in cui egli si trovò a operare, sembrava risentire invece di un'eccessiva scientificità, che comportava un certo distacco della figura del medico dal paziente, quasi come se, per affermare le proprie competenze professionali, basate sulla razionalità e sullo zelo scientifico delle nuove acquisizioni in campo medico, fosse più importante "risolvere la malattia" piuttosto che occuparsi del malato in sé. Moscati, invece, anticipò con il suo comportamento quello che è oggi considerata nell'esercizio della medicina la condizione necessaria ed essenziale per occuparsi del malato, inteso non più come semplice portatore di una malattia da guarire, ma come persona che soffre e a cui bisogna perciò riconoscere pari dignità nella sua sfera fisica e in quella emotiva spirituale, con una presa in carico totale dei suoi bisogni.

Il professore Giuseppe Moscati, oggi fa parlare ancora di sè: il ricordo delle sue opere, infatti, continua a diffondersi tra la sua gente, e chi prega sulla sua tomba, ottiene per Sua intercessione i Miracoli della guarigione del corpo. Si dice, infatti, ma questo è un fatto reale e documentato, che un ragazzo affetto da un male incurabile  giacesse ormai in fin di vita sul lettino dell'Ospedale del Policlinico di Napoli, quand'ecco di sera, mentre tutti riposavano (si fa per dire!), gli appare un medico vestito con un camice lungo fino ai piedi, una vecchia campanella bianca, con occhialetti rotondi e baffetti, capelli in ordine e brizzolati, proprio come nella nostra immagine...il medico gli si avvicina, trascinando un vecchio carrello di legno per le terapie.... apre una fiala di un farmaco portentoso e gliela pratica in vena, accarezza il paziente e scompare.... L'indomani il ragazzo, miracolosamente non presenta più lesioni; le lastre, la TAC, gli accertamenti di laboratorio sono come per incanto completamente nella norma...ma stavolta non sono stati scambiati gli accertamenti! I medici non riescono a capire, ma il giovanotto spiega che la notte precedente un medico di turno, di notte, gli ha praticato la terapia e che, probabilmente, questa è stata la ragione di una guarigione così repentina! Anzi, per meglio dire, descrive quel medico anziano e col sorriso bonario sulle labbra che gli aveva fatto pure una carezza!

Non è possibile! I medici non si danno pace: la descrizione corrisponde a quella del compianto e defunto prof. Giuseppe Moscati, morto per lo meno 30 anni prima!!
Dagli scritti del prof. Giuseppe Moscati.La notizia fa il giro del mondo ed arriva alle persone giuste: i fatti vengono confermati e così il collega il 25 Ottobre 1987 viene proclamato Santo da San Giovanni Paolo II.