Liberia - lettere nel tempo dell'ebola |
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In questo tempo molti ci chiedono notizie della nostra missione in Liberia, in seguito alle preoccupazioni per l'emergenza-ebola che ha messo in ginocchio quella terra già tanto provata. Abbiamo pensato di tenervi aggiornati sulla vita della nostra missione attraverso alcune lettere/notizie che riceviamo via mail dai nostri missionari, che ci condividono ciò che stanno vivendo e vedendo.
Mentre vi ringraziamo per le tante preghiere che accompagnano questo momento di timore umano che vogliamo "riempire" di fede, vi chiediamo di continuare la "catena" di preghiere perchè la Vergine Maria protegga i nostri missionari e bambini, e interceda per tutto il popolo liberiano, per quella terra già tanto povera e per gli altri paesi africani provati da questa ennesima croce pesante.
Il Signore doni consolazione a chi soffre, misericordia e salvezza ai moribondi, speranza a tutti, luce a chi ha il potere di fare scelte importanti per il bene di tutti, forza e protezione agli operatori sanitari chiamati a servire con fedeltà eroica gli ammalati.
Pregate per noi! Grazie.
La Comunità
LETTERA -Sr.Paola
Saint josephine Bakhita Mission Virginia 30-10-2014
"Quando camminiamo senza croce, quando edifichiamo senza croce e quando confessiamo un Cristo senza croce non siamo discepoli del Signore." Papa Francesco
Carissima Madre Elvira e tutti, buon giorno Spirito Santo Buon giorno vita mia!
In questi ultimi tempi la sofferenza che si vive qui in Liberia mi sta aiutando a non pensare troppo alla mia croce. Qualche settimana fa Richard, un bambino di quattro anni nostro vicino di casa è andato in cielo per un problema al fegato; è andato così, nella notte, senza ospedale, senza medicine, senza la possibilità di curarsi. Il papà ha solo 25 anni. La sera che è andato in Paradiso le urla di dolore della mamma sono arrivate fino alla nostra missione. E ancora Barbara, una donna che veniva ad aiutarci con i bambini, è andata in cielo circa un mese fa. Voleva tanto bene ai nostri piccoli. Un brutto tifo l'ha portata in Paradiso e sua figlia Grace di diciotto anni è rimasta sola. Per favore pregate anche voi per questa ragazza perchè Gesù l'abbracci e la consoli! Queste sono solo due storie di sofferenza ma ce ne sarebbero tante altre perchè l'Ebola sta portando tanti disagi e tanta più povertà. In questo dolore è bello pensare di poter essere una piccola goccia di speranza. L'altro giorno i nostri missionari con l'aiuto e i suggerimenti di Padre Adrian, sono andati a distribuire riso ed olio ai nostri vicini di casa. Che storia! La gente cantava, ballava e non smetteva di ringraziarci! E poi ci sono i bambini, quando li guardo crescere, cantare, ballare, lavorare, giocare, sorridere... sento una pienezza di vita che mi sembra davvero di vivere già un pezzetto di cielo sulla terra! Loro sono i nostri tesori: i nostri "Gesù bambino" che ci insegnano con la loro vita ad essere più semplici e buoni! Speriamo di poterne accogliere ancora tanti, aiutateci a pregare per questa intenzione!
Vi abbraccio forte e vi ringrazio per l'amore, la grinta e il sacrificio con cui vivete la vostra missione. Vi porto tutti alla Regina della PaceVi voglio bene Sr. Paola
LETTERA - 2 NOVEMBRE
St.J.Bakhita mission 2 novembre 2014
“LA MISSIONE É RISCHIARE SU DIO, É RISCHIARE CON DIO, É RISCHIARE CON DIO, É ESSERE APPASIONATI A TAL PUNTO DI LUI DA DARE LA NOSTRA VITA A LUI PER I FRATELLI” (dalla regola di vita)
Carissimi Madre Elvira, Padre Stefano e tutti, anche se un po’ in ritardo, vi raggiungiamo per farvi i nostri auguri per la Festa di tutti i Santi.
É stata una giornata semplice ma tanto bella: abbiamo pregato, giocato e celebrato la Santa Messa nel pomeriggio. Anche quest’anno ognuno di noi è
stato scelto da un ‟Amico del Cielo” e i bambini erano molto contenti e ansiosi di scoprire il nome del loro Santo.Ringraziamo Padre Adrian che ci parla tanto di loro e ce li fa conoscere. Anche i bambini lo ascoltano sempre con tanta attenzione e così le vite dei Santi si fanno vicine alla nostra e ci spingono a provare ad essere cristiani più convinti e innamorati.
In questi giorni abbiamo incontrato le suore della Consolata che sono una presenza preziosa per questa terra, ci hanno condiviso che alcune squadre di volontari liberiani stanno visitando ogni casa per aiutare chi ha bisogno e per spiegare come comportarsi quando c’e’ un malato di ebola. Questo modo così attento di sensibilizzare la gente sta portando i suoi frutti e sembra che il numero delle vittime stia leggermente diminuendo. La situazione resta comunque allarmante, ma ci sono segni di speranza ed é un dono che ci siano persone coraggiose che rischiano la vita per gli altri. In tutto questo noi siamo un piccolo Cenacolo di preghiera dove, insieme a Maria, i bambini crescono, giocano, sorridono, lavorano e sono la nostra gioia. Aspettiamo l’arrivo dei nuovi missionari e se è la volonta di Dio anche di nuovi bambini.
Grazie Madre Elvira per la santità con cui vivi ogni momento della giornata ...TI VOGLIAMO BENE ASSAI!!!
Grazie di tutto, che Dio vi benedica
Vi vogliamo bene
La vostra famiglia Cenacolo liberiana
LETTERA - 16 OTTOBRE, Fabrizio e Irene
Saint J.Bakhita Mission-Liberia, 16 Ottobre 2014
Sono Fabrizio e volevo condividervi come è andata la festa della casa, o meglio, il terzo anniversario dell’arrivo di Gesù nella nostra cappella. La situazione “Ebola” non ci ha permesso come negli altri anni di invitare i vicini, gli amici, gli altri missionari, ma abbiamo deciso di festeggiare lo stesso tra di noi perché abbiamo pensato fosse comunque una giornata importante e fosse una cosa bella per i bambini, soprattutto perché cade nella festa degli Angeli Custodi. Abbiamo però dovuto rimandare a domenica perché giovedì, pregando che il tempo fosse bello, c’era l’incontro da suor Barbara!
Domenica mattina pregando il Rosario siamo andati allo Shrine (Santuario) per celebrare la Santa Messa, le nostre “sisters” hanno pulito e addobbato il santuario con le stoffe africane e i vasi di fiori, sul soffitto hanno appeso un grande crocifisso, sembrava quasi di essere a Saluzzo alla Festa della Vita! Dopo la Santa Messa, le suore insieme ai bambini più grandi hanno fatto una piccola rappresentazione per spiegare meglio chi è l’Angelo Custode: si vedevano piccole situazioni quotidiane in cui l’Angelo Custode è sempre vicino a ognuno di noi, ci protegge, ma anche ci aiuta a distinguere il bene dal male e a comportarci come ci insegna Gesù, a dire la verità anche quando abbiamo sbagliato, senza paura perché il perdono è sempre più grande di ogni errore; è stato un momento semplice, ma molto bello.Poi per dare ancora un clima di festa e di gioia alla giornata, i bambini e le bambine più grandi hanno addobbato il porticato e portato fuori i tavoli, così abbiamo pranzato tutti insieme all’aria aperta.
Il tempo non prometteva nulla di buono, sin dal mattino il cielo era grigio, ma con le nostre infinite preghiere la Provvidenza ci ha assistito e nonostante qualche tuono molto vicino e un po’ di vento non ha piovuto tutto il giorno, un miracolo! Così al pomeriggio abbiamo potuto trovarci tutti insieme per fare una caccia al tesoro, abbiamo fatto le squadre in modo che in ogni squadra ci fossero anche i bebè: gli zii e le zie li hanno portati a destra e sinistra nelle cariole che nei giorni scorsi zio John con alcuni bambini aveva aggiustato e ripitturato con i colori delle squadre. I bebè erano i più carichi, ma anche i più grandi erano felici e anche molto competitivi nel gioco; è stato davvero bello riuscire a vivere un momento tutti insieme perché nell’ultimo periodo, con i tempi e i ritmi di ognuno, è difficile trovarsi per qualche ora, ognuno ha messo il suo impegno per partecipare e vivere un momento di famiglia.
Anche la sera dopo cena abbiamo vissuto un momento di gioia ogni gruppo ha preparato qualcosa di semplice per animare la serata.
I bebè con zia Sabina e suor Lucia hanno preparato una canzoncina sugli angeli ed era pazzesco vedere i piccolini che quando siamo arrivati neanche camminavano, fare i gesti e ballare: sembrava di essere alla classica recita dell’asilo! I maschietti invece con il bongo, insieme agli zii americani che accompagnavano con la chitarra, hanno scritto e cantato una canzone per l’anniversario e un’altra in dialetto locale, immaginatevi il volume che riescono a tirare fuori: da spaccare i timpani! Alla fine le zie con le bambine hanno fatto un teatrino con le marionette cucite per l’occasione dalla zia Gabri in cui l’Angelo Custode di ognuna raccontava il loro arrivo in Comunità,di come erano appena arrivate e di come, pregando per loro e standogli vicino oggi sono cambiate, gioiose e volenterose! Per me è stata davvero una bella giornata e non posso non ricordare di quando tre anni fa aspettavamo il Vescovo per una Messa intima e invece alla mattina sono arrivati una quarantina di persone che vedendoci sono subito venuti a chiederci chi eravamo e ricordo bene, e con ancora tanta emozione, la gioia di quell’uomo che parlando con noi ci ha condiviso che il loro gruppo di preghiera era da 40 giorni che digiunavano e pregavano perché qualcuno venisse qui al santuario a prendersi cura del posto, erano venuti proprio per concludere questo mese di preghiera e all’ultimo giorno hanno trovato noi, ho sentito che non eravamo arrivati qui per caso e che ancora oggi non siamo qui per caso.
Padre Adrian ogni tanto ce lo ricorda nelle omelie, se siamo qui c’è un motivo, se il Signore ha chiamato noi qui in questo tempo c’è un perché, noi magari ora non lo capiamo ma c’è. Stiamo bene perché quando riesci a mettere tutto nelle mani di Dio, il resto è una passeggiata; quando credi che il tuo essere qui abbia un senso, allora quel senso lo cerchi nel sorriso dei bambini, lo cerchi nei lavori che fai per proteggerli, lo cerchi nel vivere bene il quotidiano, lo cerchi nel costruire i rapporti tra di noi, che all’inizio hanno un po’ traballato, e dopo un po’ vivi la vita in maniera così piena che non cerchi nemmeno più un senso perché alla fine di ogni giornata, voltandoti e guardando come è stata, vedi il senso dell’essere qui nelle piccole cose che magari per il mondo sono un nulla, ma che per noi ora hanno preso un peso molto diverso.
Dopo l’incontro avuto con un responsabile di Medici Senza Frontiere, uno della Caritas e Sister Barbara, una suora che è qui in Liberia da decenni, molto stimata e capace, che interloquisce con il governo come referente della diocesi con il governo sulla situazione ebola, ci hanno chiesto disponibilità per accogliere bambini orfani a causa dell’ebola rimasti senza famiglia. Fabrizio ed io abbiamo dato la nostra disponibilità.
Un'altra cosa che ci ha toccato in questi giorni è stato sapere che Barbara, la donna che ci aiutava con i bambini piccoli, è mancata due settimane; il padre non ha potuto dircelo prima perché aspettava la conferma dal test dell’ebola sulla figlia. Certo è dispiaciuto a tutti, ma ci fa aprire gli occhi sulla realtà di quello che succede attorno a noi, comunque mi ha colpito vedere come accogliamo queste cose con la fede e capiamo che dobbiamo perseverare e intensificare la nostra preghiera. In questo mese missionario di ottobre, alla chiusura serale preghiamo per tutto il mese la novena a Santa Teresina, affidando la nostra missione, gli altri missionari della Liberia, le altre missioni della Comunità e chi porta nel cuore questo desiderio.
Adesso le piogge stanno finendo, inizia a fare caldo con l’umidità a mille e i vicini iniziano a girare di più, soprattutto gente che passa per vendere: abbiamo finito la staccionata e messo i secchi con l’acqua e la candeggina sui cancellini di entrata, la gente si ferma lì e Suor Veronica vede se può comprare qualcosa che serve … è una Provvidenza reciproca perché evita a noi di andare al mercato e aiuta loro a non dover andare a vendere fino in città; inoltre ci aiuta a mantenere i rapporti con la gente, certe volte basta anche solo un saluto e un sorriso. Penso che comunque loro siano felici e stupiti di vedere che siamo ancora qui.
Queste sono un po’ le nostre notizie delle ultime settimane, grazie per l’ascolto e la pazienza nel leggere.
Un saluto e un abbraccio da parte di tutti, preghiamo per voi.
Fabrizio e Irene
LETTERA DI SR.VERONICA - 10 OTTOBRE
Saint J.Bakhita Mission-Liberia, 10 Ottobre 2014
“Dobbiamo salvare l’Africa con l’Africa” (San Daniele Comboni)
Carissima M. Elvira è provvidenziale che oggi mentre ti scrivo ricorre la festa di San Daniele Comboni, uomo, sacerdote, servo che ha dato la vita per l’Africa...Sono stata strafelice l’altro giorno di poter sentire la tua voce al telefono e scusa la commozione ma avrei voluto dirti tante di quelle cose invece, un po' egoisticamente ti ho detto “solo”che SONO FELICE! Sono felice e felice davvero : felice di vivere, di servire la vita degli altri, di servire Gesù!!! Riconosco giorno per giorno che la felicità, la gioia vengono solo da Lui ed é proprio da Lui che trovo la forza di vivere in pienezza senza stancarmi mai!!!
Comincio la giornata con Gesù, alzandomi presto al mattino quando ancora c’e’ buio e silenzio e tutti dormono; ed é proprio in quel silenzio, in ginocchio davanti all’Eucarestia che il mio cuore si apre ad un dialogo come davanti ad un amico...anzi molto di più...portando tutto e tutti!!!...Eccomi poi che mi ritrovo ancora in “cucina” dietro ai fornelli, alle prese con il carbone e non più sola; ogni giorno infatti condivido questo servizio con due bambine che mi vengono ad aiutare....Immagina: una suora “bianca” che insegna a cucinare liberiano a due bambine liberiane! Dopo aver indossato il grembiule ci mettiamo tutte e tre davanti a un quadretto di Maria con Gesù Bambino e chiediamo alla Madonna che ci doni le se sue mani e il suo cuore per fare qualcosa di buono per gli altri e poi mandiamo un angelo di Dio a chi sta soffrendo, specialmente e tutti quei bambini che ora sono da soli a causa del virus dell'Ebola. SONO PROPRIO UNA BELLA SCUOLA, UN BELL’AIUTO E UNA BUONA e ALLEGRA COMPAGNIA...inoltre parlando la stessa lingua ”il liberiano” é ancora più divertente!
Comunque, cara Madre Elvira, ogni volta che mi ritrovo ad alzare questi pentoloni, a spostare i fornelli, guardo le mie braccia e penso subito a te ...alle tue braccia forti, a tutti i tuoi sacrifici fatti...che donna forte sei, anch’io desidero essere così forte fuori e dentro al cuore: pronta a rischiare tutto per tutti come te!!! Ora che c’e l’Ebola, il contatto con la gente non c’e’ quasi più. Noi qui, all’interno della missione stiamo bene, ci vogliamo bene e la Provvidenza é grande da non farci mancare nulla, questo grazie alle migliaia di preghiere e ai tuoi sacrifici e a quelli di tanta gente che sono una benedizione e ci donano tanta pace; ma fuori non è così, la vita è difficile, i poveri sono ancora più poveri perché faticano ad andare a vendere, con l’Ebola tanti non si muovono più e la gente è più sospettosa. C’e’ tanta fame, una sera dietro casa c’erano quattro ”piccoli” vicini che raccoglievano le lumache dalla parete per portarsele a casa e mangiare. C’é la fame perché il costo della vita, delle cose basilari è aumentato e così é ancora più dura. Comunque la gente ci prova a tirarsi su e a vivere, i giovani fanno il carbone, vendono qualche banana: insomma ci provano. Mi tocca tanto quando vengono all’entrata di casa nostra.
La sento “la mia gente”, loro sono stati i primi ad accoglierci ed ora è difficile tenere le distanze. Ogni volta che vengono si affacciano, salutano e anch’io li saluto alla liberiana...con un bel sorriso, con le braccia aperte dicendo "GOD BLESS YOU-OH"... loro sorridono ...e poi gli ricordo che noi gli vogliamo sempre bene e quando sarà finito tutto faremo festa!!! Preparo un sacchetto con del riso, le cipolle, i
dadi e qualche sardina in scatola e glieli dono..altrimenti se sono di passaggio gli dico "passa domani che ho qualcosa per te". C’e’ sempre tanto da imparare da loro, capiscono molto bene la situazione e sono molto rispettosi: che bella gente Elvira! Gente semplice, buona: basta poco per portagli la gioia!!
Mi sento sempre “piccola” davanti a loro, se penso alle donne che venivano a cucinare per il VOA, Petience 30 anni con 6 figli, Tita 23 anni con 4 figli: donne! Delle vere donne che devono pensare a tutto, a cucinare, a lavare al fiume, prendere la legna per il fuoco, andare a vendere qualche frutto per avere un po' di soldi, per comprare un po' di riso, fisicamente instancabili con una struttura fisica che gli permette di caricarsi sulla testa un fusto di 30 litri di olio con un bebè sulla schiena. C’e’ tanto dietro la loro giovane età e dietro le loro vite: tanta responsabilità e tanta maturità a tal punto che ti sembra di parlare con delle persone di chissà quanti anni...invece ...Che spessore di vita e dignità, quanto da imparare! Carissima Madre Elvira questa é una piccola goccia d’acqua, ogni giorno c’e’ un bagaglio di esperienza di vita che ricevo e che metto davanti a Gesù facendone un TESORO PREZIOSO. La Madonna ti benedica sempre e ti abbracci anche da parte mia. Ti porto nel cuore, nelle ginocchia e davanti a Gesù Eucarestia...TI VOGLIO TANTO, TANTO, TANTO BENE!!!
GRAZIE, GRAZIE PER LA FIDUCIA CHE SENTO...con tutto il cuore desidero diventare una vera consacrata, una donna che sa rischiare tutto per la vita degli altri come Maria.
Tua figlia dall’Africa, Sr.Veronica
LETTERA - 1 OTTOBRE
Missione Santa Giuseppina Bakita - Virginia, Monrovia - 1 ottobre 2014
‟Tutto quello che avete fatto al piu’ piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25,40)
Carissima Madre Elvira, Padre Stefano e tutti, desideriamo ringraziarvi innanzitutto per le vostre preghiere che sono tanto tanto importanti e che continuano a sostenerci e ad accompagnarci. Noi stiamo bene, siamo sereni e al sicuro, cerchiamo di vivere con amore la vita comunitaria, di volerci bene e di essere una famiglia per i nostri bambini. Purtroppo, a causa del virus dell’ebola, abbiamo dovuto interrompere i rapporti con la gente e con i vicini, e questo ci fa soffrire. La nostra missione è all’interno del terreno del santuario della ‟Regina della Pace” ed è circondata e protetta da tanta natura e tanto verde: la gente aveva l’abitudine di venire a prendere l’acqua vicino a casa nostra, oppure passava per un saluto o per chiedere aiuto o per scambiare due parole o per andare a pregare, i bambini del villaggio vicino venivano ogni giorno a giocare... ma attualmente questo non è più possibile, tutti sono più chiusi per la protezione e la paura, e sentiamo che è un sacrificio non poter più vivere normalmente quei rapporti che in questi anni ci hanno tanto arricchito e fatto bene al cuore.
Abbiamo limitato al massimo anche le uscite e quindi interrotto, per necessità nostra e per le direttive date dal governo, tante belle attività “pubbliche” che svolgevamo fuori dalla missione e che oggi potrebbero essere via di trasmissione del virus… e anche questa è una piccola croce. Sentiamo comunque che in questo momento Dio ci chiede di essere vicini alla gente in un altro modo: con la preghiera e con i piccoli sacrifici. Stiamo vivendo l’adorazione continua e ogni giorno andiamo al Santuario per chiedere a Maria di intercedere per questo popolo così provato. Dopo anni di guerra civile sembrava che negli ultimi tempi la Liberia si stesse finalmente risollevando, ma l’ebola si sta davvero abbattendo su questa terra come un tremendo flagello. Purtroppo l’ignoranza della gente e la carenza di strutture mediche adeguate, ha permesso al virus di diffondersi in un modo che, per ora, è difficile da controllare e si vive in un clima di grande paura. Tanti hanno perso il lavoro e soffrono la fame, e per questo sentiamo la necessità di condividere la Provvidenza con chi ha più bisogno.
Vi chiediamo anche di pregare perchè riaprano gli ospedali. Tante persone stanno morendo a causa di altre malattie o di semplici complicazioni che normalmente sarebbero curate. Ringraziamo Dio per i dottori, gli infermieri e tutto il personale volontario arrivato in Liberia da diverse parti del mondo e preghiamo perché questo Bene possa continuare a crescere. Un’altra triste conseguenza di questa terribile epidemia è che tanti tanti bambini sono rimasti orfani. Sentiamo forte nel cuore che se siamo qui in Liberia proprio in questo momento, forse è anche per accogliere qualcuno di loro. Noi ci siamo, lo abbiamo detto alla Madonna!
Chiediamo allo Spirito Santo di guidarci e a Maria di continuare a proteggerci e tenerci per mano.
Contate sulle nostre preghiere e quelle dei nostri bambini, che Dio vi benedica
Vi vogliamo bene.
le vostre suore "Missionarie della Risurrezione” liberiane e tutti, missionari e bambini
LETTERA - 23 SETTEMBRE - Suor Lucia
Missione Santa Giuseppina Bakita - Virginia, Monrovia - 23 settembre 2014
“SEI TU IL MIO SIGNORE, SENZA DI TE NON HO ALCUN BENE” (Salmo 15)
Carissima Madre Elvira e carissime sorelle, grazie ancora per le vostre preghiere per noi. Stiamo bene, viviamo quello che ogni giorno la vita ci chiede di vivere con fiducia. Il popolo liberiano sta soffrendo molto per la malattia dell’ebola che si espande, per la fame e la difficoltà di molti a lavorare, per la mancanza delle cure mediche necessarie per chi è affetto anche da altre malattie. (Vi chiedo di pregare per Barbara, una donna liberiana, nostra amica, che prima che scoppiasse l’epidemia di Ebola veniva per stare con i bambini: ora è grave in ospedale e non sta bene, ha la malaria e il tifo... speriamo solo quello). Cerchiamo di vivere con responsabilità la chiamata che sentiamo nel cuore in questo momento: quella di essere qui e intercedere con la preghiere per tutti loro. Padre Adrian ci spinge ad offrire tutto per questo, a fare sacrifici e a pregare con fede.
Continuiamo durante il giorno l’adorazione continua e ringraziamo per essere stati protetti sinora e accompagnati dall’Amore di Dio in ogni momento. L’atmosfera in casa è “ok”, a volte qualche normale difficoltà che si supera con maturità. Cerchiamo di approfittare delle occasione dei compleanni nostri, dei bambini, dei piccoli “traguardi” comunitari o di altro, per fare festa tutti insieme, in modo semplice. Vogliamo anche nel dolore che ci circonda non perdere uno spirito “positivo”, lo spirito della “festa” al dono della vita. Per questo c’è davvero una squadra di “professionisti” tra gli zii e le zie, che in poco tempo riescono a mettere insieme simpatiche e divertenti scenette. I bambini, grandi e piccoli, le guardano meravigliati e contenti, e anche noi “adulti” abbiamo bisogno di ridere e di vivere questi momenti di unità nella semplicità. Ci aiutano a “portare” il peso della missione con più serenità.
Il 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi, ci sarà l’anniversario di apertura della casa. In quel giorno, dopo aver lavorato duramente per alcuni mesi, è stata inaugurata la casa e Gesù è venuto ad abitare con noi nelal nostra cappellina. Lo vivremo solo fra di noi, naturalmente: celebreremo la Santa Messa al Santuario, poi un po’ di giochi insieme e un pranzo semplice in giardino. Io continuo al mattino nella scuola con i bambini più piccoli. Adesso Goska è con me e ringrazio per il suo aiuto. Mi sto appassionando sempre di più a quello che faccio, e anche se non ho tanti strumenti e nemmeno tanta fantasia, lo Spirito Santo mi mette ogni giorno in cuore un’idea, qualcosa di nuovo da preparare e proporre. E’ bello insegnare e vedere che i bambini sono contenti di imparare.Personalmente nel cuore vivo anche momenti di sofferenza che restano tra me e Dio , ma anche ricevo tante grazie, tante luci di cui ho bisogno momento per momento. Vivo la lotta quotidiana per mettere Dio al centro, prima di tutto e di tutti, ed amarlo con cuore indiviso, vedo ancora tante mie mancanze … ma poi ricomincio con fiducia e cerco di fare meglio!
Un abbraccio speciale a te, Madre Elvira, e a voi tutti. Grazie per ogni vostro piccolo e grande gesto d’amore, grazie per ogni piccolo e grande sacrificio che offrite al Signore anche per noi, grazie perché ci siete e pregate per noi.
VI VOGLIO BENE!
Suor Lucia e tutti
TESTIMONIANZE DA "RISURREZIONE"
TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI
Ho contemplato con gioia il desiderio, vivo nel cuore di tutti i missionari, di rimanere. Credo che la nostra presenza qui sarà per i liberiani un forte segno di solidarietà: “Siamo con voi nel bene e nel male”, ma credo soprattutto che sia molto importante la preghiera che facciamo ogni giorno al Santuario della Regina della Pace per tutta la Liberia. Questo momento ha portato uno spirito nuovo in casa, siamo pronti ad accogliere la volontà di Dio e a continuare il compito che Lui ha affidato ad ognuno di noi. Viviamo il momento presente mettendo tutta la nostra fiducia nella Provvidenza di Dio che non ci ha mai delusi.
padre Adrian
Nonostante io non sia un grande “pregone” e nemmeno penso di avere tutta questa fede, mi sento però sereno, confido che il Signore ci proteggerà. È chiaro che in un momento di rischio come questo uno pensi anche al peggio, ma nella mia vita ho rischiato tante volte di morire perché ero un idiota e non davo importanza alla mia vita, l’ho messa in pericolo per delle vere stupidate e se fossi morto all’epoca, non sono così sicuro che mi avrebbe atteso il paradiso. Magari sembrerà un discorso un po’ strano, ma sento che in questi giorni, guardando un po’ più in faccia la morte da vicino, ho pesato meglio la mia fede, e per la prima volta nella mia vita sono sicuro che esiste la vita eterna, e questo mi fa vivere davvero sereno. Non riuscirei mai a tornare ora in Italia con la coscienza di aver abbandonato qui i bambini, non riuscirei a vivere con questo peso. In più mi sono detto: se dovesse mai succederci qualcosa, siamo sicuri d’avere un posto in paradiso! Ho pensato proprio a questo quando con Irene, mia moglie, abbiamo deciso di rimanere.
Fabrizio
In questo momento di prova sento che siamo più uniti, anche con molta più fiducia in Dio, ed è bello vedere che anche i nostri impegni di preghiera dopo pranzo e durante l’adorazione perpetua giornaliera ci stanno arricchendo tanto. Tutto questo clima di unità e preghiera, oltre che manifestarsi tra noi adulti, lo stiamo vedendo anche fra i bambini: nel modo in cui pregano, nella disponibilità al servizio, in tante piccole carità o sacrifici: mi sembrano più fratelli. Ultimamente questo cambiamento l’ho visto tanto in Emmanuel, il più grande dei primi bambini che abbiamo accolto: prima si comportava come il “capetto” della situazione; adesso è più calmo, meno aggressivo e più disposto a parlare, ad ascoltare e ad aiutare i suoi “fratellini” più piccoli... è diventato davvero un “fratello maggiore”: è un vero miracolo!
Riccardo
Questo ultimo mese è stato un tempo di grazia per me, una corsa nel cuore. Quando tante sicurezze umane vengono meno resta Dio e vorresti amarlo con tutta te stessa, vorresti essere luce e speranza per chi hai vicino. Sperimentando come sono povera in questo, mi sono messa a pregare più con il cuore, ad andare a Dio con umiltà e poi ricominciare, ricominciare, ricominciare...
Una mattina mi sono svegliata pensando a Mosè che tiene le braccia alzate e prega per il suo popolo. Poi ho condiviso questo a tutti dicendo che deve salire a Dio dalla nostra casa una continua preghiera, e anche se non è possibile stare in cappella tutto il giorno, la vita e il cuore devono pregare incessantemente. Abbiamo deciso di iniziare così l’adorazione perpetua e stiamo vedendo dei grandi cambiamenti in noi e attorno a noi. Che dono aver imparato a pregare!
suor Lucia