Incontro ragazze d'esperienza.

02Pagno, 23 – 26 agosto 2018

Tutto è iniziato giovedì con l’arrivo a Pagno di tutte le ragazze che in questo momento stanno trascorrendo un periodo di esperienza in Comunità: l’accoglienza gioiosa delle suore, le presentazioni fra chi ancora non si conosceva e poi, il primo momento forte che ha dato il senso a quello che avremo vissuto:  tutte insieme, in giardino con Padre Stefano che ci racconta come la Madre abbia sempre parlato alle donne, per fare loro capire il grande potenziale di amore che Dio ha posto nel cuore, perché ogni donna possa a sua volta donarlo nel servizio. E poi, ci ha ricordato come non ci siano differenze fra le ragazze che entrano in Comunità per problemi di dipendenza o solo per vivere un’esperienza, in quanto ognuna di noi deve scoprire quelle ferite che per i motivi più diversi hanno indurito il suo cuore e così, vivendo alla scuola di vita della Comunità, possa guarirle e diventare sempre più libera e capace di donarsi.

Ed ecco una domanda per ognuna di noi: “Perché sei arrivata e continui a vivere in Comunità?”. Padre Stefano ci ha invitate a guardarci dentro e, nonostante le prime risposte che abbiamo cercato di dare, questa riflessione ci ha accompagnato per tutto l’incontro.

Preghiamo il Santo Rosario, al passo delle suore e quindi “di buona lena” perché la 01Madre ci insegna che la vita ci chiama a correre e non a trascinarci stanche, e poi, una catechesi sul valore della gratuità in Comunità. Nella serata abbiamo avuto il dono di seguire l’incontro del Papa al circo Massimo con i giovani. Come sempre, “lo Spirito Santo si conferma il miglior organizzatore” perché le domande alle quali papa Francesco ha risposto sono state una luce anche sulle nostre condivisioni.

Poi tutte insieme ci siamo avviate verso la fraternità dei “Pastorelli di Fatima”… accompagnate da suor Rosangela e da suor Lucia che hanno vissuto sempre insieme a noi, non solo fisicamente, ma facendoci percepire come l’amore della Comunità crei veramente un’unità difficile da spiegare, ma tanto dolce da vivere.

Al mattino del venerdì,  la gioia e il canto delle sorelle hanno dato il via ad un’altra giornata piena di doni: una scarpinata con tanto di salita e arrivo a Saluzzo per vivere un momento  che non dimenticheremo più… Abbiamo incontrato suor Aurelia, che ha un saluto ed uno sguardo gioioso per ognuna di noi, ci fa dono della sua umiltà, dicendo che non sa cosa potrebbe dirci di interessante e poi cede docilmente alla nostra richiesta. Ci sediamo intorno a lei che inizia a raccontarci come è nata la Comunità e come madre Elvira abbia aperto le prime case anche alle donne… è una storia che la maggior parte di noi conosce già, eppure sentir parlare suor Aurelia, lei che ha vissuto i momenti di cui ci racconta, fa sì che tutto diventi nuovo.  È  una storia che ci emoziona, che chiama la nostra vita… Racconta e posa il suo sguardo su di noi, i suoi occhi confermano quello che ci dice: la vera gioia nasce dall’aver capito e aver scelto ciò per cui il Signore ci ha create e che ci fa sentire al nostro posto nella vita.

10Quando suor Aurelia tace, la nostra voglia di ascoltarla ancora fa sorgere tante domande: “Perché hai seguito madre Elvira? Come possiamo capire qual è il momento per educare e pretendere di più da noi stesse o da una sorella?” E ancora riceviamo il dono di scoprire come lo Spirito Santo abbia operato grandi cose nella semplicità, nell’amicizia vera e profonda di queste due donne che con il loro coraggio hanno detto il loro sì ad una chiamata speciale, vissuta insieme fin dall’inizio. E il buon senso di suor Aurelia  illumina i nostri ragionamenti: per ogni passo, per ogni crescita il Signore stabilisce tempi diversi per ognuna di noi… il segreto è la fiducia, è quell’intuizione che nasce solo nella preghiera e nel sacrificio.

Il tempo corre veloce, va al ritmo della nostra gioia e salutiamo suor Aurelia. Di ritorno a Pagno andiamo in cappella per l’adorazione eucaristica… sentiamo veramente nel cuore il bisogno di ringraziare Gesù per tutto quello che stiamo vivendo. Poi un po’ di vita concreta dando un piccolo aiuto alle suore con qualche lavoretto e intanto il dono della confessione.

Sabato, zaini in spalla e partenza per un bel pic-nic in un luogo di pace: tappetini stesi sull’erba in forma circolare e via alla condivisione! Ormai i nostri cuori sono aperti, le risposte alle domande di don Stefano bussano dal nostro cuore perché desiderano uscire ed essere condivise a tutte le sorelle. Ognuna di noi ha la sua storia, eppure abbiamo una meta che ci unisce: cerchiamo quella gioia di cui ci parlava suor Aurelia e siamo disposte a superare le nostre paure ed a dirci la verità per arrivare a scoprire cosa Dio ha preparato per noi.07

Una partita di pallavolo vissuta con tanta energia e accompagnata da tante risate ci fa arrivare alla cena -anzi alla pizza!- e dopo, eccoci in ginocchio per l’adorazione comunitaria del sabato sera, un momento di comunione di preghiera che unisce tutte le Fraternità.

La domenica mattina ci accoglie un bel sole, un cielo limpido che ci regala la visione del Monviso ed ecco la Messa con tutte le sorelle, celebrata da padre Stefano.

Durante questo incontro abbiamo avuto anche la possibilità di vedere tanti video di Madre Elvira, filmati dei vari momenti in cui parlava alle ragazze e in pochi giorni abbiamo fatto un salto temporale: eravamo con lei nel 1987, con una giovane e bella suora, innamorata della vita, con un fuoco d’amore che le illuminava ogni sguardo ed ogni gesto… e poi siamo arrivate ad Envie nel 2010 con una giovane e bella suora, che cantava taratatà su un palco, correndo incontro ad ogni ragazza, non perdendone di vista nessuna e che ci diceva: “Sono felice perché vi ho detto tutto quello che desideravo dirvi e voi adesso sapete cosa darà gioia alla vostra vita!”

Grazie Madre Elvira, perché  sin dall’inizio hai desiderato incontrare quelle ragazze che, come noi, sceglievano di trascorrere un periodo di esperienza in Comunità. Grazie, perchè non ha mai messo limiti a chi desiderava convertire il proprio cuore:  hai aperto la porta ai tossicodipendenti, ma ha accolto tutti senza fare distinzioni o imporre una selezione!  Grazie perché ciò che ti interessava era colmare il vuoto della tristezza con la grazia della fede.  Sentire la tua vicinanza, Madre Elvira ci ha permesso di vivere quattro giorni che resteranno sempre nel nostro cuore.