Melinda

melindaSono la più giovane di cinque figli e sono stata adottata all’età di due anni. Mi chiamo Melinda e, prima dell’adozione, la mia vita era dura e ha generato in me tanta paura di sentirmi vulnerabile e indesiderata. La mia più grande paura era che ci fosse qualcosa in me che non andava e che quello fosse il motivo per cui sono stata data in adozione. Mi sono sempre sentita amata dalla mia famiglia adottiva, siamo cresciuti vicini e uniti, ma in fondo le mie paure sono rimaste.

Ho sempre puntato a fare tutto bene perché non volevo perdere l’occasione di una vita migliore. Sono cresciuta nella fede e mi sono sempre sentita vicina a Dio. Avevo il desiderio di essere missionaria e di lottare per i diritti umani. Al college avevo cominciato con le migliori intenzioni, ma sono poi finita fuori strada, distratta dal mondo delle feste e persa in una relazione tossica.

Quando sono entrata in Comunità non ero pronta a lasciare le mie “tenebre”. Il primo anno ho lottato per lasciare il mio passato e accettare di aver bisogno di aiuto. Ero molto egoista e scappavo sempre o chiamavo casa. Ringrazio i miei genitori per essere stati fermi e avermi sempre detto “no”, spronandomi ad andare avanti. La ragazza responsabile della fraternità ha avuto con me tanta misericordia, mi ha detto che ero coraggiosa e che potevo “canalizzare” questa dote per usarla nel bene. Ho iniziato a sentire più fiducia in me e nelle sorelle.

In Comunità sono stata testimone di tanta misericordia e di tanto amore del Signore. Sento di aver davvero trovato qui Gesù attraverso la preghiera dopo circa due anni di cammino. È stato durante la quaresima: ho preso l’impegno di leggere la Sacra Scrittura ogni giorno per un’ora. Durante questo periodo ho avuto modo di conoscere meglio il Signore mentre leggevo la sua vita. Amavo contemplare i suoi miracoli e le guarigioni. L’Antico Testamento mi ha mostrato come Dio ha combattuto per me e camminato con me, e il Nuovo Testamento mi ha mostrato come è morto per me per amore. Successivamente ho interpretato il ruolo di Maria Maddalena in una Via Crucis vivente. Ogni giorno durante le prove i miei occhi si sono aperti alla verità che Gesù è morto sulla Croce per i miei peccati.

Nello stesso periodo i miei genitori hanno divorziato... Non avrei mai immaginato che la mia famiglia sarebbe andata in pezzi, e ancora non capisco come sia potuto succedere. Mi sentivo in colpa e allo stesso tempo persa, arrabbiata e profondamente triste! È stato il periodo più buio per me, ma ho anche sperimentato in quel dolore la forza dell’amore e della grazia di Dio. Nella rappresentazione della Via Crucis ho sentito come se Gesù mi dicesse che è Lui la mia famiglia. Ogni volta che arrivavamo alla scena di Gesù che moriva sulla Croce, rivivevo il dolore del divorzio dei miei genitori, ma vedevo il suo amore infinito per me e che Lui soffriva con me. Il dono e la grazia più grande che ho ricevuto è che non sono arrabbiata con Dio, mi sento vicina a Lui in questo dolore. In quel periodo ho ricevuto tanto amore dalle sorelle in cammino con me. La Comunità è diventata la mia famiglia. Ho potuto andare più spesso in cappella a pregare, ho persino imparato a gridare a Dio attraverso il dono della musica e del canto. I momenti del mio cammino in cui ho sofferto di più, mi hanno aiutato a crescere nell’umiltà e mi insegnano ad amare gli altri nei loro momenti di sofferenza.

Ci sono ancora molti momenti di difficoltà per me, ci sono mattine in cui penso di non avere la forza di alzarmi per andare a lavorare all’aperto tutto il giorno; a volte non ho nessuna voglia di scomodarmi e di uscire da me stessa. Queste piccole lotte sono ciò che mi prepara oggi ad essere una donna che sa amare e donarsi domani. Rendo grazie a Dio per la donna che mi sta aiutando a diventare per la sua gloria!