San Camillo di Lellis

«Ognuno domandi gratia al Signore che gli dia un affetto fraterno verso il suo prossimo a ciò possiamo servire con ogni carità, così dell'anima come del corpo, perché desideriamo, con la gratia di Dio, servire a tutti gli infermi con quell'affetto che suole un'amorevole madre al suo unico figliolo infermo.» 

Vita

Camillo nacque a Bucchianico (Chieti) il 25 maggio 1550.
Nella giovinezza seguì le orme del padre dedicandosi all'arte militare. Amante del gioco ora alle carte e dei dadi: una passione che occupò la sua vita militare.
Gli ingaggi militari finirono presto e la fame bussò alla porta. Camillo fu costretto a chiedere l'elemosina davanti ad una chiesa di Manfredonia. Fu umiliante per lui, ed accettò di fare il manovale presso il convento dei Cappuccini, fu l'occasione di ritrovare se stesso e Dio. Di ritorno dal convento di San Giovanni Rotondo, in groppa a un mulo, guardò lealmente nella sua vita spensierata e senza senso. La misericordia di Dio fece il resto. Quest'uomo alto quasi due metri, cocciuto com'è il carattere abruzzese, scese dal mulo e promise:
«Non più mondo, non più mondo! »  
 
Era il 2 febbraio 1575 ed era vicino ai venticinque anni. Camillo considerò questo il giorno della sua conversione.

Una piaga al piede lo riportò all'ospedale San Giacomo di Roma. Vi era già stato per lo stesso motivo. Allora era un soldataccio scapigliato che, se aveva accettato di servire i malati, lo aveva fatto per pagarsi la cura e per avere qualche soldo da giocare con i barcaioli del Tevere. Camillo vi rientra alla metà di ottobre del 1579, ma questa volta con un animo nuovo e con le mani ed il cuore pronti a servire i sofferenti.

Infermiere a tempo pieno

Per la sua diligenza ed impegno divenne responsabile del personale e dei servizi dell'ospedale. Si dedicò a quest'ufficio con generosità e intelligenza, avendo soprattutto di mira un trattamento umano e cristiano per i malati.
Camillo ben presto si accorse della sproporzione tra il poco che gli inservienti davano (per amore o per forza) e il molto che gli ammalati chiedevano e di cui erano bisognosi. Nella notte che precedette la festa dell'Assunta ebbe una felice intuizione: istituire una  «Compagnia d'huomini pii e da bene che non per mercede, ma volontariamente, per amor di Dio, gli servissero con quella charità e amorevolezza che sogliono far le madri verso i loro propri figliuoli infermi. » 
(Ciccatelli)
Confidò questa sua idea ad alcuni del personale, e cinque di loro accettarono di seguirlo. Si formò così un piccolo drappello che mensilmente si radunava in una cappella dell'Ospedale per pregare davanti ad un Crocifisso.

Il gruppo era visto con diffidenza da alcuni amministratori dell'Ospedale. Temevano che fossero contestatori  e chiesero l'intervento di San Filippo Neri da cui Camillo si confessava. Anche Filippo Neri subito cercò di dissuaderlo nel voler fondare una congregazione religiosa per il servizio dei malati in ospedale. Ma presto il Neri, religioso molto stimato a Roma, ebbe una visione che lo turbò: vide alcuni compagni di Camillo attorno ad un letto di un moribondo che lo assistevano con amore e, dietro, come ombra, altrettanti angeli che suggerivano loro le parole giuste per esortazioni appropriate. Dopo questa visione fu lo stesso Neri a consigliarlo a proseguire nelle sue intenzioni. Intanto Camillo, dopo una veglia di preghiera davanti al Crocifisso della cappella dell'ospedale si sentì rinfrancato interiormente, e rivolse parole di coraggio e di speranza ai suoi compagni, che decisero di proseguire il cammino stabilendo però la loro sede fuori dall'ospedale.
Nacque così, nel 1582, la Compagnia dei Servi degli Infermi, oggi chiamati Camilliani dal nome del fondatore.
Il degrado e la trascuratezza negli ospedali non era solo sanitaria, ma anche morale. Camillo chiese di seguirlo anche a qualche sacerdote, e decise lui stesso di farsi prete. Dopo alcuni studi molto sommari, il 26 maggio 1584, Camillo fu ordinato sacerdote.

L'allargamento della "Compagnia"

Camillo con i suoi presero servizio all'ospedale Santo Spirito, ma si misero anche a cercare malati soli e abbandonati nelle borgate e nei tuguri di Roma.
Nel 1590 scoppiò una grande carestia in Roma, ed i Servi degli Infermi si prodigarono fino oltre le loro forze. Papa Gregorio XIV ne fu ammirato e decise di elevare la Congregazione a Ordine religioso. Oltre ai voti di povertà, castità e obbedienza, aggiunsero il voto di servire i malati anche a rischio della propria vita.
Morì a Roma il 14 luglio 1614.